“La confessione” di W. Manfrè (Sicilymag.it)
«Attraverso i peccati racconto il cambiamento della società»
Nuovo ciclo di rappresentazioni de “La Confessione”, il classico teatrale del regista messinese, dal 5 al 7 al dal 12 al 14 maggio al Ma Musica Arte di Catania, da 22 anni provocatorio esperimento teatrale incentrato sulla curiosità di spiare i peccati degli altri. Il regista: «Voglio raccogliere tutti i testi che ho messo in scena negli anni per un’antologia del peccato mondiale»
di Domenico Trischitta
Provocatorio esperimento teatrale incentrato sulla curiosità di spiare i peccati degli altri, La confessione del regista messinese Walter Manfré approda a Catania, dal 5 al 7 e dal 12 al 14 maggio al Ma Musica Arte, palcoscenico naturalmente votato alla musica che si apre al teatro: ancora una volta lo spettatore uomo confesserà a una peccatrice donna, viceversa le spettatrici confesseranno i peccati degli uomini. Ancora una volta l’allestimento scenico sarà incentrato su due file con dieci inginocchiatoi: gli spettatori-confessori saranno seduti ad ascoltare i dieci personaggi “peccatori”.
Walter Manfrè
La confessione va in scena da 22 anni: lo spettacolo nacque al Festival di Taormina nel 1993, e tra le tante repliche vanta quella del 1994 al Piccolo Teatro di Milano per volontà dello stesso Giorgio Strehler. Dal suo esordio La Confessione gira il mondo: è stato presentato al Festival di Avignone nel 1999, nel 2000 è stato messo in scena nel prestigioso Théatre du Rond Point sugli Champs-Elisées a Parigi, vanta repliche a Santiago del Cile, Buenos Aires, Lima, Madrid, Glasgow, Ginevra. E ad ogni nuova messinscena si arricchisce di volta in volta di nuovi peccati. Al Ma Musica Arte allo spettacolo si affiancherà la mostra fotografica “Volti d’attori” con gli scatti raccolti da Enrico Grieco in tanti anni di nuove repliche.
Una rappresentazione d’annata de La confessione
Manfrè, che effetto le fa riproporre questo spettacolo a Catania dopo vent’anni?
«Sarà un grande piacere».
Ci parli di questo nuovo allestimento de “La Confessione” a Catania.
« La particolarità sta nel fatto di aver trovato uno spazio “magico” e non mi riferisco alla configurazione architettonica del luogo – il Ma Musica Arte – ma nel fatto che questo posto si apre per la prima volta al teatro. E’ una scommessa per loro che lo gestiscono e per me che li ho rasserenati per la riuscita dell’esperimento».
Che novità per questa messinscena catanese?
«Lo spettacolo è sempre lo stesso ma questa volta darò spazio anche ai monologhi di tre interessanti autori catanesi che arricchiscono la già vasta raccolta di peccati. La prima volta che portai La confessione a Catania ebbi uno scritto di Pippo Fava. Lo spettacolo si rinnova continuamente con l’apporto di nuovi testi che hanno attraversato diverse generazioni, rispetto alle edizioni straniere rappresentate in Francia, Inghilterra, Scozia, Spagna o Argentina. In Italia, invece, ho l’opportunità di verificare i cambiamenti nella società e in questo senso lo spettacolo non invecchia mai. Per esempio oggi quando io entro nelle chiese non vedo più gente che si confessa, invece vedo molte persone che prendono la comunione, cosa che non posso fare io, perché dal 1975 sono divorziato: mi viene negata perché secondo la Chiesa io ho commesso un errore. Per questo motivo nasce questo spettacolo, fatto di “provocatorie” confessioni che abbracciano il sesso ma non solo. Il mio scopo sarebbe quello di raccogliere tutti questi testi per un’antologia del peccato mondiale alla fine di questa esperienza che non so quando finirà, partendo con un’antologia del peccato europeo. Mi sono reso conto che ogni nazione vive il suo dramma, per esempio in Svizzera il suicidio, in Scozia l’alcolismo».
La messa in scena di due anni all’auditorium San Vincenzo Ferreri di Ragusa, foto Sergio De Martino
E’ soddisfatto dell’esperienza del laboratorio organizzato per preparare gli spettacoli catanesi?
«E’ stata un’esperienza interessante, ci sono state molte adesioni, di ragazzi incuriositi di seguire il seminario. Trenta persone con tanto entusiasmo e voglia di scommettersi, a prescindere dal fatto che siano stati scelti o no per lo spettacolo».
Il ruolo del prete folle che chiama a raccolta gli spettatori per confessare gli attori spettatori da chi sarà interpretato?
«Come in un’altra prestigiosa edizione andata in scena durante l’occupazione del Teatro Valle a Roma, il prete folle sarà interpretato da Andrea Tidona, l’attore modicano noto per avere interpretato “I cento passi” e “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana».
Andrea Tidona
E chiediamo ad Andrea Tidona di ricordare alcuni momenti salienti de “La Confessione”. Tidona: «Ho partecipato a diverse edizioni dello spettacolo ma in passato ho sempre recitato da peccatore, facevo un monologo della Maraini che avrò ripetuto almeno mille volte, considerando che le spettatrici sono solitamente dodici ad ascoltare i vari peccati. Invece a Catania per la prima volta sarò il prete folle. Posso solo dire che è un’esperienza unica per l’attore e per lo spettatore, un contatto diretto di forti emozioni, contro tutte le banali convenzioni, la confessione terribile di un peccato nasconde un dramma immane».
Walter Manfrè
La confessione di Walter Manfrè
Ma Musica Arte di Catania, dal 5 al 7 maggio e dal 12 al 14 maggio, alle ore 21 e alle ore 23.
Testi messi in scena per questa nuovo ciclo di rappresentazioni: “Un sogno per forza” di Francesca Archibugi; “Coprofagia” di Gian Piero Bona; “Libertà” di Alberto Bassetti; “La bestemmiatrice” di Duccio Camerini; “La porcilaia” di Ugo Chiti; “Il miracolo” di Vincenzo Consolo; “Forse mi chiamo Francesca” di Luca De Bei; “I tacchi a spillo del destino” di Rocco D’Onghia; “Gronchi Rosa” di Edoardo Erba; “Il pezzo di carta” di Edoardo Erba; “La notte” di Lucia Giaquinto; “Dormivo mentre mio padre moriva” di Giovanna Giordano; “Il nuovo Prometeo” di Serena Manfré; “Un peccato. La suora” di Beatrice Monroy; “La verità” di Angelo Longoni; “Pura di cuore” di Valeria Moretti; “Pesciolini Rossi” di Agata Motta; “La svista” di Aldo Nicolaj; “Uomo del Sud” di Aldo Nicolaj; “Donatello” di Massimiliano Perrotta; “L’imperfezionista” di Manlio Santanelli; “Attenti al cane” di Michele Serio; “Secondo Matteo” di– Umberto Simonetta; “L’abbraccio” di Liliana Stimolo; “La pornostar” di Domenico Trischitta; “Gianna C.” di Adriano Vianello.