“Contrazioni” di M. Bartlett

Il mestiere del critico

LAVORO SPORCO

Una scena dello spettacolo

La reificazione della persona in “Contrazioni” di Mike Bartlett al Teatro Libero di Palermo

di Agata Motta

Cosa si contrae in un essere umano fatto oggetto di vessazioni incomprensibili ma assolutamente necessarie in una logica lavorativa superiore e perversa? Si raggrinziscono i sentimenti, le emozioni, il cuore, la psiche, in un processo di igienizzazione totale, di rinascita in una ‘nuova pelle’ funzionale e del tutto impermeabile alle emozioni. Al Teatro Libero di Palermo, Luca Mazzone porta in scena, in questi giorni,  Contrazioni di Mike Bartlett, giovane autore inglese di successo, che si muove con disinvoltura tra teatro, radio e televisione, mantenendo un inconfondibile stile anglosassone fatto di scavo grottesco e lucido portato alle estreme conseguenze, fatto di indagini che vanno dritte alla meta, senza deviazioni e dispersioni, senza distrazioni. » Read more

“Pandora”di W. Hoffman e S.Till

Il mestiere del critico

ENERGIE CLAUSTROFOBICHE

pandora-88

“Pandora” di Hoffman e Till. Regia di Andrew Dawson- Palermo, Teatro Libero (48a stagione)

di Agata Motta

Se vogliamo sapere cosa si muove sulle scene internazionali e cosa avvince la critica europea, l’apertura della quarantottesima stagione del Teatro Libero ci offre un’opportunità da non perdere con Pandora 88, idea e performance di Wolfgang Hoffman e Sven Till, diretto da Andrew Dawson. Ispirato al libro di Brian Keenan “Un Cradling Male” e al film di Stanley Kubrick “2001 Odissea nello Spazio”, lo spettacolo è un tipico esempio di physical theatre, in cui il corpo si trasforma in energia pura e, contemporaneamente, diviene lo strumento di trasmissione di una narrazione atipica, costituita da suggestioni  emotive e da suggerimenti visivi. » Read more

“La confessione” di W. Manfrè (Sicilymag.it)

«Attraverso i peccati racconto il cambiamento della società»

Teatro

Nuovo ciclo di rappresentazioni de “La Confessione”, il classico teatrale del regista messinese, dal 5 al 7 al dal 12 al 14 maggio al Ma Musica Arte di Catania, da 22 anni provocatorio esperimento teatrale incentrato sulla curiosità di spiare i peccati degli altri. Il regista: «Voglio raccogliere tutti i testi che ho messo in scena negli anni per un’antologia del peccato mondiale»
di Domenico Trischitta


Provocatorio esperimento teatrale incentrato sulla curiosità di spiare i peccati degli altri, La confessione del regista messinese Walter Manfré approda a Catania, dal 5 al 7 e dal 12 al 14 maggio al Ma Musica Arte, palcoscenico naturalmente votato alla musica che si apre al teatro: ancora una volta lo spettatore uomo confesserà a una peccatrice donna, viceversa le spettatrici confesseranno i peccati degli uomini. Ancora una volta l’allestimento scenico sarà incentrato su due file con dieci inginocchiatoi: gli spettatori-confessori saranno seduti ad ascoltare i dieci personaggi “peccatori”.

Walter ManfrèWalter Manfrè

La confessione va in scena da 22 anni: lo spettacolo nacque al Festival di Taormina nel 1993, e tra le tante repliche vanta quella del 1994 al Piccolo Teatro di Milano per volontà dello stesso Giorgio Strehler. Dal suo esordio La Confessione gira il mondo: è stato presentato al Festival di Avignone nel 1999, nel 2000 è stato messo in scena nel prestigioso Théatre du Rond Point sugli Champs-Elisées a Parigi, vanta repliche a Santiago del Cile, Buenos Aires, Lima, Madrid, Glasgow, Ginevra. E ad ogni nuova messinscena si arricchisce di volta in volta di nuovi peccati. Al Ma Musica Arte allo spettacolo si affiancherà la mostra fotografica “Volti d’attori” con gli scatti raccolti da Enrico Grieco in tanti anni di nuove repliche.

Una rappresentazione d'annata de La confessioneUna rappresentazione d’annata de La confessione

Manfrè, che effetto le fa riproporre questo spettacolo a Catania dopo vent’anni?
«Sarà un grande piacere».

Ci parli di questo nuovo allestimento de “La Confessione” a Catania.
«
La particolarità sta nel fatto di aver trovato uno spazio “magico” e non mi riferisco alla configurazione architettonica del luogo – il Ma Musica Arte – ma nel fatto che questo posto si apre per la prima volta al teatro. E’ una scommessa per loro che lo gestiscono e per me che li ho rasserenati per la riuscita dell’esperimento».

Che novità per questa messinscena catanese?
«Lo spettacolo è sempre lo stesso ma questa volta darò spazio anche ai monologhi di tre interessanti autori catanesi che arricchiscono la già vasta raccolta di peccati. La prima volta che portai La confessione a Catania ebbi uno scritto di Pippo Fava. Lo spettacolo si rinnova continuamente con l’apporto di nuovi testi che hanno attraversato diverse generazioni, rispetto alle edizioni straniere rappresentate in Francia, Inghilterra, Scozia, Spagna o Argentina. In Italia, invece, ho l’opportunità di verificare i cambiamenti nella società e in questo senso lo spettacolo non invecchia mai. Per esempio oggi quando io entro nelle chiese non vedo più gente che si confessa, invece vedo molte persone che prendono la comunione, cosa che non posso fare io, perché dal 1975 sono divorziato: mi viene negata perché secondo la Chiesa io ho commesso un errore. Per questo motivo nasce questo spettacolo, fatto di “provocatorie” confessioni che abbracciano il sesso ma non solo. Il mio scopo sarebbe quello di raccogliere tutti questi testi per un’antologia del peccato mondiale alla fine di questa esperienza che non so quando finirà, partendo con un’antologia del peccato europeo. Mi sono reso conto che ogni nazione vive il suo dramma, per esempio in Svizzera il suicidio, in Scozia l’alcolismo».

La messa in scena di due anni all'auditorium San Vincenzo Ferreri di Ragusa, foto Sergio De MartinoLa messa in scena di due anni all’auditorium San Vincenzo Ferreri di Ragusa, foto Sergio De Martino

E’ soddisfatto dell’esperienza del laboratorio organizzato per preparare gli spettacoli catanesi?
«E’ stata un’esperienza interessante, ci sono state molte adesioni, di ragazzi incuriositi di seguire il seminario. Trenta persone con tanto entusiasmo e voglia di scommettersi, a prescindere dal fatto che siano stati scelti o no per lo spettacolo».

Il ruolo del prete folle che chiama a raccolta gli spettatori per confessare gli attori spettatori da chi sarà interpretato?
«Come in un’altra prestigiosa edizione andata in scena durante l’occupazione del Teatro Valle a Roma, il prete folle sarà interpretato da Andrea Tidona, l’attore modicano noto per avere interpretato “I cento passi” e “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana».

Andrea TidonaAndrea Tidona

E chiediamo ad Andrea Tidona di ricordare alcuni momenti salienti de “La Confessione”. Tidona: «Ho partecipato a diverse edizioni dello spettacolo ma in passato ho sempre recitato da peccatore, facevo un monologo della Maraini che avrò ripetuto almeno mille volte, considerando che le spettatrici sono solitamente dodici ad ascoltare i vari peccati. Invece a Catania per la prima volta sarò il prete folle. Posso solo dire che è un’esperienza unica per l’attore e per lo spettatore, un contatto diretto di forti emozioni, contro tutte le banali convenzioni, la confessione terribile di un peccato nasconde un dramma immane».

Walter ManfrèWalter Manfrè

La confessione di Walter Manfrè

Ma Musica Arte di Catania, dal 5 al 7 maggio e dal 12 al 14 maggio, alle ore 21 e alle ore 23.

Testi messi in scena per questa nuovo ciclo di rappresentazioni: “Un sogno per forza” di Francesca Archibugi; “Coprofagia” di Gian Piero Bona; “Libertà” di Alberto Bassetti; “La bestemmiatrice” di Duccio Camerini; “La porcilaia” di Ugo Chiti; “Il miracolo” di Vincenzo Consolo; “Forse mi chiamo Francesca” di Luca De Bei; “I tacchi a spillo del destino” di Rocco D’Onghia; “Gronchi Rosa” di Edoardo Erba; “Il pezzo di carta” di Edoardo Erba; “La notte” di Lucia Giaquinto; “Dormivo mentre mio padre moriva” di Giovanna Giordano; “Il nuovo Prometeo” di Serena Manfré; “Un peccato. La suora” di Beatrice Monroy; “La verità” di Angelo Longoni; “Pura di cuore” di Valeria Moretti; “Pesciolini Rossi” di Agata Motta; “La svista” di Aldo Nicolaj; “Uomo del Sud” di Aldo Nicolaj; “Donatello” di Massimiliano Perrotta; “L’imperfezionista” di Manlio Santanelli; “Attenti al cane” di Michele Serio; “Secondo Matteo” di– Umberto Simonetta; “L’abbraccio” di Liliana Stimolo; “La pornostar” di Domenico Trischitta; “Gianna C.” di Adriano Vianello.

Presentazione “La croce”

19.05.06 – 20.05.06
Spettacolo teatrale – La Croce
Teatro Libero Palermo Palermo
Uno spettacolo teatrale scritto e diretto da Agata Motta, con Sabrina Petyx e Giuseppe Sangiorgi e con le musiche di Giuseppe Milici, al Teatro Libero di Palermo (091 6174040) il 19 e 20 maggio alle 21,00. Il lavoro è frutto dell ́osservazione interna di realtà scolastiche estreme presenti nelle cosiddette “aree a rischio”. Sono realtà di cui si parla raramente, un sottobosco scomodo che si preferisce accantonare. E ́ una scuola che non collima perfettamente con i trionfalistici modelli nazionali, una scuola in cui anche le più banali attività didattiche diventano fantascientifiche e improponibili. E ́ una scuola che esiste, che tragicamente coinvolge migliaia di ragazzi sbandati e privi di qualsiasi coordinata che non abbia il sapore della violenza e centinaia di docenti abbandonati a se stessi in contesti disumani nei quali l ́assurdo è normale amministrazione. Con l’aspettativa che questo contributo teatrale, al di là della sua valenza artistica ed emotiva, possa alimentare un dibattito in cui non ci si soffermi sul solito luogo comune della scuola pubblica allo sfascio, comunque figlia di una società allo sfascio.
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Recensione “La croce”

Presente | Futuro

Archiviato il 07/07/2006 in: isola triangolare

I quattro spettacoli oggetto delle seguenti relazioni appartengono tutti alla rassegna “PRESENTE/FUTURO: rassegna teatrale di artisti che vivono e lavorano in Sicilia”, tenutasi presso il Teatro Libero di Palermo dal 19 al 28 maggio 2006.

          LA CROCE

          testo e regia Agata Motta

          con Sabrina Petyx e Giuseppe Sangiorgi

          musiche originali Giuseppe Milici

          Ideazione scenica e costumi Agata Motta

          prod. AGAMO – PALERMO

          in collaborazione con M’ARTE movimenti d’arte

La scena si apre su uno spazio chiuso e sconvolto, cataste di libri giacciono abbandonate, simbolo di una realtà scolastica non solo superata nel tempo dei due protagonisti ma esplosa in sé stessa nel tempo della nostra contemporaneità, luogo di non-comunicazione più che di comunicazione e di crescita.

Due sono i protagonisti, uno studente “a rischio”  e una professoressa figlia della buona società. Attraverso i ricordi del ragazzo, che si trova in prigione, intervallati dal punto di vista della professoressa, emerge una realtà di insofferenza e quotidiana tensione, cui invano la docente tenta di porre un argine, di fronte a sé stessa prima che di fronte alla classe, ricorrendo agli strumenti della pedagogia.

Pian piano un’altra verità s’impone da ciò che tra i due rimane taciuto: una piaga comune che li condanna alla medesima croce, l’assenza della madre e un rapporto con il padre in entrambi i casi sbagliato. Segnato dal dogma della perfezione per la professoressa, dalla violenza fisica e psicologica per il ragazzo cosicchè entrambi sono destinati alla sconfitta, entrambi falliscono la loro esistenza e la concludono in un luogo chiuso, una prigione e una casa di cura sinonimi dell’esclusione sociale.

La croce del titolo allude alla sofferenza di una condanna, in fondo senza colpe, espiata giorno per giorno dal ragazzo, uccellino cui è stata rotta l’ala che diviene carnefice a sua volta, e dalla professoressa stessa, madre-vicaria ma senza le parole che sa dire una mamma.

Presentazione “La croce”

‘La croce’ della scuola Agata Motta a Roma – la Repubblica.it http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/05/20/la-croce-dell…
Archivio
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‘La croce’ della scuola Agata Motta a Roma
Tra i 52 autori italiani contemporanei a sfidarsi a Roma al teatro Belli fino al 31 maggio ci sarà anche la palermitana Agata Motta con lo spettacolo “La croce”. La rappresentazione, accompagnata dalle musiche di Giuseppe Milici, sarà domani, sabato e domenica per la rassegna “Schegge d’ autore”, un festival di atti unici organizzato dal Sindacato nazionale autori drammatici e dall’ Ente nazionale assistenza e previdenza degli artisti. Un detenuto (Emanuele Abbagnato) ricorda un fatto importante della sua adolescenza e così riaffiora nella memoria l’ insegnante di Lettere della scuola media (Maria Amato). Quest’ ultima è costretta a convivere con la pazzia in cui è scivolata dopo le esperienze scolastiche. «è una guerra tra poveri – dice Agata Motta – da una parte gli insegnanti costantemente feriti nella professionalità e dall’ altra gli adolescenti vittime di violenze familiari e sociali, impastati di mentalità mafiosa e prevaricatrice». c. n.
sez.

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